Aperture, contatti, scheda sull’edificio



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NOTIZIE  SULL'EDIFICIO  (dal sito web "le Chiese delle Diocesi Italiane")

Tipologia e qualificazionechiesa sussidiaria
DenominazioneOratorio del Santissimo Nome di Maria e San Ranieri - Crespina
Autore 
Tarocchi, Mattia (architetto)
Ambito culturale 
rococò pisano (costruzione)

Notizie Storiche


1774 - 1775 (progettazione intero bene)


L' edificazione dell'Oratorio fu iniziata nel 1774 e si è conclusa nel 1780.


1780 - 1781 (ampliamento intero bene)


L’ampliamento comportò l’aggiunta delle absidi, dei bracci laterali con i palchetti lignei, dei coretti e la decorazione a paraste.

1784  (ampliamento intero bene)


L'edificio fu ulteriormente ampliato.


2017 - 2019 (restauro Copertura ed esterni)


Consolidamento e restauro della copertura e delle facciate.

2020 - 2022  (restauro interni)

Recupero e risanamento degli apparati artistici, tra cui il ciclo di decorazioni pittoriche del secolo XVIII opera di Giovan Battista Tempesti e di parte degli arredi interni. 


Descrizione


L'edificio religioso venne costruito per volere della contessa Giovanna Cataldi Del Testa Del Tignoso e la vicenda costruttiva si basa sulle memorie dell'Abate Ranieri Tempesti, fratello del più famoso Giovan Battista, pittore. Il primo impianto della Cappella, venne edificato, su disegno di Mattia Tarocchi, tra il 4 ottobre del 1774 ed il settembre del 1775; pensato, in seguito ad un voto, come tempio nel quale esporre un antico bassorilievo in cotto della Vergine, da tempo venerato dalla famiglia, come ricorda la lapide posta sopra la porta a mezzogiorno. Si può ipotizzare che alla fine del 1775 fosse a pianta quadrata, con bracci leggermente aggettanti, coperta dalla cupola centrale. All'inaugurazione ci fu un tale “ concorso popolare" che l'edificio risultò troppo angusto per accogliere una simile folla “con maraviglia ed il contento dei Committenti”. L'oratorio venne allora ampliato con un apparato effimero (cioè un atrio portatile nella parte anteriore dell'oratorio, ornato di “letini rossi e gialli, festoni di fiori” e nella parte posteriore, una Sagrestia “parimente portatile” e ornata), finché non iniziò il vero e proprio ampliamento il 17 febbraio del 1780, testimoniato da una lapide in marmo situata sopra la scala della sagrestia a ponente. L’ampliamento comportò l’aggiunta delle absidi, dei bracci laterali con i palchetti lignei, dei coretti e la decorazione a paraste. La nuova consacrazione venne celebrata il 14 ottobre 1781 dal vescovo di San Miniato, Brunone Fazzi, ricordata da un'altra lapide marmorea, situata sopra il coretto di levante, ornata in stucco con i simboli Alfa e Omega. L'ultimo ampliamento venne eseguito nel 1784, anno della morte della pia Contessa. In seguito la chiesa ha avuto una sopraelevazione, conferente l’aspetto attuale: copertura uniforme a capanna, con embrici caratteristici (mezzo embrice al posto del tradizionale coppo), da cui emerge la cupola rivestita da un manto di scaglie di ardesia. Il Tarocchi riuscì a cimentarsi in uno dei più belli e significativi esempi di architettura sacra privata rococò dell’area pisana, nonostante un’esigua superficie di costruzione a sua disposizione e forse anche ristrettezze economiche.


Chiesa
La cappella, una bellissima struttura complessa, è composta da un corpo a pianta quadrata e sviluppo absidale a pianta circolare. Apparentemente semplice, nella sua linearità e compostezza, ha soprattutto all’interno un’incredibile forza scenografica, nonostante le esigue dimensioni. L’elegante facciata è caratterizzata da un piccolo corpo centrale aggettante con decorazioni di gusto neoclassico, che introduce nell'interno a tre navate. Sulla facciata, ai lati della porta centrale si ritrovano i medesimi stilemi decorativi, cioè ghirlande e festoni in stucco; le pareti laterali sono arricchite da due ampie finestre a campana di gusto barocco e da porte corrispondenti al centro del quadrato sormontate da cornici in stucco e da finestre ovali, necessarie ad una maggiore illuminazione e resa scenografica. L’interno dell’oratorio emula i modelli delle chiese romane del cinquecento, in particolare San Pietro. Dopo l’altare, d’impianto ligure, si accede allo spazio circolare dell’abside o coro, ai lati del quale si aprono le piccole stanze delle sagrestie, da cui si sviluppano le suddette scale d’accesso ai coretti.

Elementi decorativi
L’elegante facciata è caratterizzata da un piccolo corpo centrale aggettante con decorazioni di gusto neoclassico, che introduce nell'interno a tre navate. Sulla facciata, ai lati della porta centrale si ritrovano i medesimi stilemi decorativi, cioè ghirlande e festoni in stucco; le pareti laterali sono arricchite da due ampie finestre a campana di gusto barocco e da porte corrispondenti al centro del quadrato sormontate da cornici in stucco e da finestre ovali, necessarie ad una maggiore illuminazione e resa scenografica. La cupola centrale culmina con una lanterna esagonale coronata da una sfera in pietra. Di notevole interesse è la posizione dei confessionali, ospitati in due volumi curvilinei nelle navate laterali, distribuiti in modo da ampliare lo spazio e la vista prospettica grazie alle loro originali forme che alternano pieni e vuoti, collegandosi perfettamente alle decorazioni delle pareti.
L’interno è riccamente decorato da figure affrescate da Giovan Battista Tempesti. Nel catino absidale medaglioni ovali con gli Evangelisti e, nel registro superiore, finte statue monocrome di santi dipinti a figura intera: S. Giovanni Battista, Beato Vernagalli, Beata Chiara Gambacorti, S. Francesco, Beato Pietro Gambacorti, S. Ranieri. In controfacciata, ancora nella soluzione delle finte statue a figura intera: La Penitenza; Disprezzo delle cose del mondo.




Marzo 2019 - l'Oratorio dopo i lavori di restauro


L'Oratorio prima dei lavori di restauro